Avevo
ancora il pancione quando mia madre mi ha passato un libro che consultava
spesso quando io ero piccola, negli anni Ottanta, come una sorta di
"manuale di istruzioni uso per bambini"; questo tomo è stato scritto
dal pediatra Marcello Bernardi e si intitola "Il nuovo bambino" anche
se tanto nuovo ormai non è, dal momento che la sua prima edizione è uscita nel
1972. Per quanto il buon Bernardi fosse un pediatra molto all'avanguardia, per
certi aspetti il libro risulta a mio parere superato, soprattutto per quanto
riguarda cure e attrezzature per bambini perché fortunatamente la medicina
negli ultimi trent' anni ha fatto passi da giganti. Bernardi però dedica molte
pagine anche al comportamento dei bambini nelle varie fasce di età ; sono pagine
interessanti, ancora attuali e piacevoli da leggere grazie alla sua scrittura
scorrevole, precisa e a tratti divertente. Rispetto agli anni '70 i tempi
certamente sono cambiati: è cambiata la
società , il rapporto con i genitori, il ruolo della donna, i ritmi della vita ecc..
ma i bambini sono sempre gli stessi dalla notte dei tempi, nascono sempre allo
stesso modo e con gli stessi istinti. Vi cito testualmente alcuni passaggi di
queste pagine riguardanti il momento
della pappa, un momento che può essere il più piacevole della giornata, ma che
in molti casi non lo è, anzi è un vero incubo; non voglio insegnare come ci si
comporta a nessuno, semplicemente approvo questi suggerimenti e mi fa piacere
condividerli con voi. Se volete condividere il vostro pensiero a riguardo
sapete come fare, siete più tecnologici di me!
"Per aiutare il
vostro bambino a godere dei piaceri della tavola, che in fondo sono uno degli
aspetti positivi dell'autentica civiltà ; farete bene a rinunciare in partenza a ogni imposizione, a ogni insistenza e a ogni
genere di pressione. Cercate piuttosto di seguire i suoi gusti: se la carne non
gli piace troppo, tritatela insieme alla verdura preferita, o confezionate
qualche attraente pasticcio che contenga carne, o usate la carne per preparare
un sughino che metterete sulla pastina; se non gli vanno i carciofi, lasciateli
perdere; se non gli piacciono i formaggi, potrete sempre cuocere qualche
sformato in cui farete passare della mozzarella o della ricotta di
contrabbando; e così via. E poi se gli va di mangiare, che mangi; se no ne
faccia a meno. Non nutritelo a
"tradimento" con televisione, giochini o canzoncine aspettando il
momento di distrazione del bambino per infilargli in bocca fulmineamente un
boccone."
"Un accorgimento
per far felice il vostro bimbo è quello di offrirgli
spesso cibi nuovi, con colori nuovi, consistenze nuove, sapori nuovi. In
genere i bambini amano le variazioni, si incuriosiscono e sono stimolati ad
assaggiare le cose nuove. Viceversa, se metterete davanti a vostro figlio ogni
giorno, con imperterrita costanza, la stessa pastina in brodo, il medesimo
vitello bollito o le solite carote grattugiate, è ben probabile che il piccino
si stufi, si ribelli e si rifiuti decisamente di sopportare più oltre una
simile schiavitù alimentare."
"Lasciate per
quanto possibile che il vostro bambino mangi
da solo. Voglio dire non imboccatelo. Verso la fine del primo anno di vita
il bimbo ama affrontare per conto suo la pappa, ci mette le mani, vuole usare
il cucchiaio; i risultati, da un punto di vista strettamente alimentare, sono
per lo più disastrosi, dato che il cibo va a finire dappertutto tranne che
nella sua bocca. Ma dal punto di vista educativo questa sua nuova esperienza si
rivela utilissima: al piacere del nutrirsi il bambino può collegare il piacere
del gioco, della esplorazione del cibo, di una attività divertente ed
eccitante. Lasciatelo fare. O almeno
lasciatelo fare più che potete. A un certo punto, se non vorrete che resti
digiuno, dovrete dargli una mano; anzi probabilmente sarà lui stesso a farvi
capire che ha bisogno di aiuto. Ma non opprimetelo imponendogli subito a viva
forza il vostro intervento. Un po' di pappa per terra o in testa servirÃ
moltissimo a fargli maggiormente apprezzare i piaceri della tavola."
"Non distraete il
piccolo durante il pasto. Non continuate a pulirlo, ad asciugarlo, a impedirgli
di fare questo o quello, a cambiargli posizione, ad accomodargli il bavaglino,
eccetera. Lasciatelo in pace. E cercate di stare in pace anche voi: certi
pranzi dei nostri tempi, consumati frettolosamente con l'orologio in mano e
interrotti da ottantasei telefonate, non sono proprio l'ideale per far
apprezzare al bambino le delizie della tavola."
"Compatibilmente
con le abitudini della famiglia e con le vostre disponibilità di tempo,
permettete al vostro bambino di mangiare
a tavola con voi. In questo caso dovrete naturalmente adattarvi a mangiare
degli alimenti che vadano bene anche per lui. Un bimbo, quando è allo stesso
desco dei grandi, rende a trascurare un poco quello che sta nel suo piatto per
dedicare una speciale attenzione a ciò che sta nel piatto dei genitori.
Rifiutargli questi "assaggini" vorrebbe dire mortificarlo, escluderlo
dal mondo dei grandi, e inoltre sottoporlo a una specie di supplizio di
Tantalo."
Riguardo soprattutto questo ultimo passaggio, l'obiettivo di
piccolebuoneforchette è proprio quello di darvi spunti per pranzi adatti a
tutta la famiglia.
In generale Bernardi insiste in vari ambiti, non solo
durante i pasti, di trattare i bambini col medesimo rispetto e fiducia di un
adulto. Cito testualmente: "Trattare
il bambino con la stessa serietà , la stessa dignità , lo stesso rispetto con cui
si tratta di solito un adulto. Trattarlo
da pari a pari insomma, senza assumere posizioni di superiorità ne di
inferiorità ".
Trattare il bambino come un adulto non vuole dire però
pretendere che viva e si comporti come un adulto: fermo, silenzioso, sempre
educato e gentile, pulito e ordinato. Concludo con queste parole di Bernardi:
"Se vi rivolgete
a vostro figlio continuamente con una serie infinita di comandi, rimproveri,
sollecitazioni, imposizioni; come se lui non fosse un essere umano, ma una
specie di robot tenuto a fare quello che dite voi perché questo è il suo
dovere, egli finirà col diventare un robot davvero e non farà più niente di sua
iniziativa. Cadreste nel classico ambiente patriarcale, in cui i rapporti
famigliari si reggevano sulla sudditanza e non sull'affetto e sulla reciproca
comprensione. Il che, credetemi, sarebbe veramente disastroso per la futura
evoluzione del bambino. Perché se al
bambino piccolo si insegna a essere un servo, più che un uomo, egli uomo non
diventerà più."